Di seguito condividiamo il comunicato di UDI nazionale:
A sei anni dalla presentazione del ricorso, la Corte Europea dei diritti dell’Uomo si è pronunciata ritenendo che nel caso di Federico Barakat non fosse stato violato il diritto alla vita.
Federico è stato ucciso nel 2009 nell’ambito di un incontro protetto svoltosi all’interno di una struttura del Comune di San Donato Milanese; gli incontri protetti erano stati disposti dal Tribunale nonostante le numerose denunce di violenza della madre, Antonella Penati, e il rifiuto del minore ad incontrare il padre violento.
In una situazione di conclamata violenza, il giudice, considerando la madre alienante, ha comunque preferito tutelare il diritto alla bigenitorialità, ossia il diritto del padre violento di vedere il figlio.
Abbiamo dovuto attendere tutto questo tempo per apprendere che non ci sono responsabili se un bambino, mentre è affidato allo Stato, viene ucciso dal padre nell’ambito di un incontro protetto, ossia in un luogo che, per sua stessa definizione, dovrebbe preservare chi è vulnerabile e non dovrebbe essere violabile da parte di un uomo pericoloso, come era il padre (dotato di arma da fuoco e coltello) che ha ucciso Federico.